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Relazione a distanza? Per baciarvi basta un’app: Kissenger!

“C’è un’app per tutto”, recitava il motto di Apple agli albori dell’Apple Store su iPhone. Da oggi ce n’è una anche per baciare a distanza.

Se siete tipi da :* :* :* nei messaggi di testo, con Kissenger potete rendere reali i baci inviati via chat ai vostri amici, fidanzati e fidanzate. Sì, lo sappiamo, il nome fa un po’ ridere per la somiglianza con il crozziano Kazzenger, ma per i ricercatori della City University di Londra si tratta del primo mobile kiss messenger al mondo. Attraverso una singolare ‘custodia’ per smartphone in silicone che riproduce la forma di un labbro, sia il mittente che il destinatario hanno la sensazione di inviare e ricevere un bacio per davvero.

Quando il bacio viene inviato, grazie alla presenza di appositi sensori di pressione Kissenger misura la pressione delle labbra del mittente sui diversi punti del “pad” e replica in tempo reale quelle stesse vibrazioni sul Kissenger del destinatario, proprio come se fosse un bacio vero. Senza lingua.

Ecco come funziona:

L’obiettivo, dichiara la giovane ricercatrice Emma Yann Zhang, è quello di alleviare la mancanza di contatto fisico nelle relazioni a distanza:

“Kissenger – ha scritto in un comunicato – permette di comunicare emozioni profonde attraverso un’esperienza di comunicazione virtuale multisensoriale”.

Certo, non è il massimo, ma – come qualcuno sostiene – anche un gadget di silicone freddo sulle labbra “può farti sentire bene se sai che arriva da qualcuno che ami”. Buon per lui/lei.

Kissenger è attualmente disponibile in versione beta solo su iOS, ma c’è chi già ipotizza lo sviluppo di un prototipo con funzionalità “meno innocenti”, il che imprimerebbe una svolta decisiva nel modo di vivere le relazioni via social.

Grazie all’invenzione dei ricercatori della City University di Londra, dunque, le relazioni a distanza potrebbero non essere più un problema. Chiaro, è un’esagerazione, ma se ci fermiamo per un attimo a pensare cosa è in grado di fare la tecnologia oggi, tra qualche anno potremmo davvero ritrovarci a vivere come i protagonisti della sconvolgente serie TV “Black Mirror”.

E voi che ne pensate?